Gli occhiali sono molto più di uno strumento che milioni di persone utilizzano per vedere meglio o proteggersi dal Sole: sono un accessorio di moda irrinunciabile, un oggetto di culto, una maschera attraverso la quale nascondersi o, al contrario, rivelarsi. Sono un segno dei tempi e un compagno di viaggio imprescindibile. Ma come nasce un occhiale? Quali sono i suoi segreti? Oggi cercheremo di capirlo con chi ogni giorno cerca ispirazione perché i nostri occhiali siano sempre un dettaglio decisivo e distintivo del nostro look.
Giovanni Francescon disegna le montature RossoT e lo siamo andati a trovare nel suo studio insieme a dieci domande. Buongiorno Giovanni, innanzi tutto grazie per averci ospitato e subito la prima domanda: da dove nasce la sua vocazione nei confronti degli occhiali? Buongiorno e grazie innanzitutto di darmi l’opportunità di descrivere il mio lavoro e di trasmettere la passione che ho per esso.
Ho cominciato a lavorare nel mondo dell’occhiale a 22 anni assunto presso una piccola fabbrica che produceva montature, ora quest’azienda è diventata una multinazionale,
Nell’ambito dell’azienda ho iniziato come operaio e dopo circa tre anni sono stato promosso addetto alla gestione di alcune fasi del ciclo di produzione.
È in questi anni, mentre vedevo passare davanti ai miei occhi i diversi occhiali, che ho iniziato ad essere attratto dalla varietà delle forme dei cerchi e delle aste, dai particolari costruttivi dei naselli e delle cerniere, dai diversi materiali impiegati e ho intuito la bellezza del problema del ridurre questa complessità all’unità armonica di un unico occhiale.
Lì mi sono reso conto che sebbene gli occhiali sembrassero degli oggetti molto semplici, in realtà non lo erano e ho capito che tutto ciò che vedevo era frutto della conoscenza, della tecnologia e della capacità artigianale di molti uomini e lì un lavoro si è trasformato in passione.
Così ho iniziato a disegnare occhiali a mano a casa mia, solo per me senza far vedere a nessuno il mio operato, ho iniziato a studiare e sviluppare concetti che si distinguessero dallo standard e dalla routine del periodo.
All’ età ci circa 32 anni dopo aver fatto esperienza con altri incarichi in diverse fabbriche del settore, una multinazionale mi fece una proposta e cominciai a lavorare per loro come designer. Da quel giorno la mia passione si è trasformata nel mio lavoro, un’avventura che continua ad andare avanti e che si evolve seguendo le nuove tecnologie e i nuovi sistemi di produzione.Si sente più un designer o uno stilista? Mi sento un bravo designer e, come tutti, apprezzo i bravi stilisti.
Come è cambiato il suo lavoro da quando ha cominciato? Il mio lavoro è cambiato tantissimo perché la società nel tempo si è trasformata.
L’evoluzione del ciclo produttivo ha visto subentrare nuove tecniche come la stampa tridimensionale applicabile sia alle materie plastiche sia alle metalliche, ha visto subentrare nuovi materiali come il jeans e l’asfalto riciclato che siamo riusciti ad applicare alle montature, inoltre e soprattutto perché a livello di designer ora si usa il computer con il quale si hanno enormi vantaggi di precisione e si possono avere in tempo reale i primi prototipi da valutare.
Cosa deve avere secondo lei una montatura per diventare un “trend” da sfoggiare? Naturalmente una montatura per essere bella deve essere curata in ogni suo particolare, sia meccanico sia estetico, ma per diventare un trend da sfoggiare bisogna che chi la indossa possa sentirla sua come sente suo un bel vestito che ha scelto.
Qual è l’occhiale che ha disegnato di cui è più orgoglioso? Nella mia vita lavorativa di occhiali ne ho disegnati tantissimi e per me erano come dei figli, molti dei progetti che a me piacevano sono stati scartati altri invece sono stati prodotti e apprezzati.
In questo momento della mia storia mi sento molto orgoglioso di aver disegnato RossoT, perché siamo riusciti ad armonizzare tecnologia, materiali nobili elastici, resistenti, anallergici, abbinati a un design alternativo, ma funzionale.
Ed escludendo quelli che ha disegnato lei, quali sono – a suo giudizio – le tre montature che hanno fatto la storia dell’occhiale? La prima è sicuramente il Wayfarer Classic dei Blues Brother, la seconda è la Kat Eyewear di Grace Kelly, la musa di Hitchcock, che la indossava tra turbanti e cappelli, la terza invece è l’Aviator una montatura classica da Top Gun a Callaghan.E, invece, sul futuro dell’occhiale, ci dobbiamo aspettare qualcosa di nuovo? Siccome tutto è sempre in evoluzione, sicuramente ci dobbiamo aspettare molte novità.
Chi saprà coglierle e svilupparle avrà successo nel campo dell’ottica che verrà, una cosa è certa se io ne avessi qualcuna non le direi.
E sulle lenti da sole ha qualche consiglio per chi ci legge? Sulle lenti da sole avrei tantissimi consigli, il più importante che mi sento di dare, è di diffidare delle montature a basso prezzo e prive di certificazioni, perché se una lente è di scarsa qualità o se il taglio della lente non è svolto in maniera corretta si possono creare enormi e irreparabili danni ai nostri occhi.
E a proposito di consigli e creatività applicata agli occhiali, cosa suggerirebbe ad un giovane che sente, come ha sentito lei, il desiderio di indirizzare la propria creatività nel disegnare montature? Di seguire con coraggio e con perseveranza la propria vocazione, ma siccome dietro l’apparente semplicità del prodotto si nascondono tantissime nozioni, che servono sia a livello tecnico che per la corretta calzata dell’occhiale, personalmente consiglio fare certamente scuola e molta esperienza, e ricordarsi che ogni lavoro che si ha avuto la possibilità di scegliere va amato, perché ciò ne alimenta la creatività.
Ringraziando Giovanni Francescon per il tempo che ci ha regalato, ho un’ultimissima domanda: chi desidera indossare un nuovo occhiale da sole, perché dovrebbe scegliere un modello RossoT? La prima risposta che mi viene in mente è perché sono bellissimi, poi perché trattasi di prodotti altamente tecnologici per l’utilizzo di materiali eccellenti frutto di molta ricerca per l’applicazione anche nel settore ottico, inoltre perché RossoT può vantarsi di essere prodotto al 100% in Italia. English
Glasses are much more than a tool that millions of people use to see better or protect themselves from the sun: they are an essential fashion accessory, a cult object, a mask through which to hide or, on the contrary, reveal oneself. They are a sign of the times and an essential travel companion. But how is a pair of glasses born? What are its secrets? Today we will try to understand it with those who seek inspiration every day so that our glasses are always a decisive and distinctive detail of our look. Giovanni Francescon designs the RossoT frames and we visited him in his studio along with ten questions. Good morning Giovanni, first of all thank you for hosting us and immediately the first question: where does your vocation towards eyewear come from? Hello and thank you first of all for giving me the opportunity to describe my work and to convey the passion I have for it. I started working in the eyewear world at the age of 22, hired in a small factory that produced frames, now this company has become a multinational, Within the company, I started as a worker and after about three years I was promoted to manage some phases of the production cycle. It is in these years, while I saw the different glasses pass before my eyes, that I began to be attracted by the variety of shapes of the rims and temples, by the construction details of the nose pads and hinges, by the different materials used and I sensed the beauty. of the problem of reducing this complexity to the harmonic unity of a single pair of glasses. There I realized that although glasses looked like very simple objects, in reality they weren't and I realized that everything I saw was the result of the knowledge, technology and craftsmanship of many men and there a job became passion. So I started designing eyewear by hand in my home, just for me without showing anyone my work, I started studying and developing concepts that stood out from the standard and routine of the period. At the age of about 32, after gaining experience with other positions in various factories in the sector, a multinational made me an offer and I started working for them as a designer. From that day on, my passion has turned into my work, an adventure that continues to go on and evolves following new technologies and new production systems.
Do you feel more like a designer or a stylist? I feel like a good designer and, like everyone else, I appreciate good stylists.
How has your work changed since you started? My work has changed a lot because the company has changed over time. The evolution of the production cycle has seen the introduction of new techniques such as three-dimensional printing applicable to both plastics and metals, has seen the introduction of new materials such as jeans and recycled asphalt that we have been able to apply to the frames, moreover and above all because a level of designer now you use the computer with which you have enormous advantages of precision and you can have the first prototypes to be evaluated in real time.
What do you think a frame must have to become a "trend" to show off? Of course, a frame to be beautiful must be treated in every detail, both mechanical and aesthetic, but to become a trend to show off, the wearer must be able to feel it as his own as a beautiful dress he has chosen.
Which eyewear you designed are you most proud of? In my working life I have designed many glasses and for me they were like children, many of the projects that I liked have been discarded, others have been produced and appreciated. At this moment in my history I feel very proud to have designed RossoT, because we have managed to harmonize technology, noble elastic, resistant, hypoallergenic materials, combined with an alternative but functional design.
And excluding those you designed, what are - in your opinion - the three frames that have made the history of eyewear? The first is definitely the Blues Brother's Wayfarer Classic, the second is the Kat Eyewear by Grace Kelly, Hitchcock's muse, who wore it between turbans and hats, the third is the Aviator, a classic frame from Top Gun to Callaghan.
And, instead, about the future of eyewear, should we expect something new? Since everything is always evolving, we must certainly expect a lot of news. Whoever knows how to grasp and develop them will be successful in the field of optics to come, one thing is certain if I had some I wouldn't say.
And about sun lenses, do you have any advice for those who read us? I would have lots of advice on sun lenses, the most important I would like to give, is to be wary of low-priced and uncertified frames, because if a lens is of poor quality or if the lens cut is not done correctly. enormous and irreparable damage to our eyes can be created.
And speaking of advice and creativity applied to eyewear, what would you suggest to a young person who feels, as you have felt, the desire to direct their creativity in designing frames? To follow their vocation with courage and perseverance, but since behind the apparent simplicity of the product there are many notions, which are used both on a technical level and for the correct fit of the glasses, I personally recommend that you certainly do school and a lot of experience, and remember that any work that you have had the opportunity to choose must be loved, because this feeds creativity.
Thanking Giovanni Francescon for the time he gave us, I have a very last question: who wants to wear a new sunglasses, why should they choose a RossoT model?
The first answer that comes to mind is because they are beautiful, then because they are highly technological products for the use of excellent materials, the result of a lot of research for application in the optical sector, and also because RossoT can boast of being 100% produced in Italy.